10 fotografi che devi assolutamente conoscere
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10 fotografi che devi assolutamente conoscere


Come in ogni forma d’arte anche nella fotografia ci sono uomini e donne che si sono distinti maggiormente di altri per l’enorme valore artistico, umanitario, sensibilizzante che il loro lavoro ha apportato.

Io ne ho scelti 10, in ordine casuale: che tu sia un veterano del mondo della pellicola, un novizio o un’entusiasta ogni tanto è bene ripassare le basi o lasciarsi ispirare dal lavoro di alcuni dei più grandi fotografi di tutti i tempi.

Se invece ancora non conosci i maestri della fotografia questa è l’occasione perfetta per avere un primo assaggio di cosa sono stati capaci di fare questi uomini, potresti rimanere davvero sorpreso!

Henry - Cartier Bresson

Bresson possedeva un occhio unico, uno sguardo indagatore che scomponeva il mondo reale nelle sue forme e geometrie e lo ri-assemblava tramite la fotografia. Si può considerare come il vero fondatore della filosofia del “momento decisivo”: l’occasione che compare improvvisamente nel mondo di ogni giorno, una figura come altre che, talvolta anche solo per un secondo, si allinea con le altre forme e crea qualcosa di unico ed irripetibile.

Il lavoro di Bresson è tanto reale e tangibile quanto surreale e sfuggente, il suo contributo al mondo della fotografia fu tale da influenzare direttamente il lavoro di moltissimi altri maestri.

Sul piano pratico Bresson fu anche, assieme a Robert Capa, uno dei fondatori della celebre Agenzia Magnum; il club che radunò il più grande numero di fotografi di talento della storia.

Robert Capa

Il fotoreporter di guerra per eccellenza, Capa, passò la carriera tra un conflitto e l’altro: dalla Guerra civile spagnola alla Guerra arabo-israeliana passando per la Seconda Guerra Mondiale.

I suoi scatti sono pittoresche e realistiche rappresentazioni della guerra e di come essa si insinua nei volti e negli atteggiamenti delle persone coinvolte dal conflitto.

Mentre molti fotografi cercano la tragedia e la paura Capa seppe mettere a nudo la guerra per quello che era: distruzione, morte ma anche noia e talvolta persino umorismo, esattamente come le persone che la vivono e la combattono.

Fu lui assieme a Bresson a fondare l’Agenzia Magnum.

Sebastião Salgado

Il testimone della distruzione del nostro mondo ed in particolare della foresta amazzonica, Salgado nacque in una comunità contadina del Brasile il quale, con le sue meraviglie così come i suoi disastri, rimase sempre nel suo cuore. Salgado ha fatto della salvaguardia del pianeta la sua missione e dal quel momento si è sempre impegnato attivamente tramite associazioni e la sua fotografia.

I suoi scatti sono così potenti da sembrare surreali: i panorami paiono quelli di altri mondi, gli uomini sono talvolta incredibilmente umani altre volte totalmente alieni.

Altro tema di cui si occupò sono le migrazioni umane così come la difesa delle popolazioni tribali minacciate dalla distruzione perpetrata dall’uomo.

Insomma un fotografo dall’enorme sensibilità, che contrappose bellezza, distruzione e responsabilità.

Steve McCurry

Steve McCurry è forse oggi il più celebre fotografo moderno. Uomini, guerra, fuoco e distruzione, il tutto tratteggiato da colori brillanti che donano a questi scatti, crudi e spietati, un fascino unico e inquietantemente accattivante.

Le sue testimonianze di guerra, dei conflitti e dei drammi del medioriente formano uno dei repertori più ricchi e più efficaci sulle guerre in Afghanistan e sulla prima Guerra del Golfo.

Ma McCurry è stato anche un viaggiatore: le mete delle sue avventure sono esotici villaggi e templi dell’Estremo oriente, i cui colori brillano nella sua fotografia oggi come il giorno in cui queste foto furono scattate.

Dorothea Lange

Dorothea Lange fu una grande fotografa dalla spiccatissima sensibilità. La sua attenzione fu sempre rivolta ai poveri, ai miserabili e agli invisibili, numerosissimi ed abbandonati nell’America delle grandi opportunità durante la crisi economica.

Un’inarrestabile avventuriera che fece della macchina il mezzo per illustrare al mondo cos’erano davvero la Grande depressione, la disoccupazione, la fame e la paura. I suoi scatti trasudano la storia del mondo dimenticato dei più deboli.

I suoi ultimi reportage trattano invece dei campi di prigionia americani della Seconda Guerra Mondiale e sono un monito che ci ricorda neppure un cittadino nel suo paese è al sicuro durante la guerra.

Elliott Erwitt

Elliott Erwitt è l’erede spirituale di Bresson. Orientò la sua carriera alla ricerca delle “altre prospettive”, dell’insolito, dell’onirico e del giocoso. Il suo stile nasconde una timida sensibilità che ricopre la sua fotografia come un velo. Come fotografo polivalente non si dedicò ad un campo ben preciso ma piuttosto lasciò che fosse la vita a trascinarlo dove c’era bisogno di lui. Il suo portfolio, già particolarmente variegato si amplia notevolmente quando la sua attenzione iniziò ad orientarsi sempre più alla ricerca dell’umorismo umano, dell’innata goffaggine delle persone. I cani, specchio dei padroni, furono uno dei suoi temi preferiti. Se ti piace sorridere Elliott Erwitt farà per te!

Helmut Newton

Ansel Adams

Vocazione naturalista, Adams è un fotografo Americano tra I più rinomati nel campo della fotografia panoramica. I suoi paesaggi naturali sono splendidi e desolati, una muta testimonianza dell’immensa bellezza della natura. Adams si batteva infatti affinché questo patrimonio potesse essere protetto dall’uomo e per tutta la sua carriera seguirà questa filosofia, riunendo molti fotografi sotto la sua agenzia (chiamata “f/64”) proprio per questo scopo.

Tra le ultime sue opere troviamo anche dei reportage sui campi di prigionia americani creati ad hoc per i prigionieri giapponesi durante il secondo conflitto mondiale.

Ernst Haas

Haas nasce come fotoreporter di guerra. Negli anni a venire però il suo amore per la vita lo portò a rivedere il proprio stile dal principio: alla realtà statica delle rovine e del bianco e nero preferì la vita che si trova nel colore e nel movimento. Le sue fotografie costituiscono un archivio di scatti colorati dalle tinte morbide che celebrano il movimento, incarnato in particolare dalle dinamiche insonni della città. Il risultato finale del suo lavoro è una raccolta di scatti pastello, un quadro vivido dell’ambiente urbano, un turbinio di colori.

William Klein

William Klein fu pittore, regista, attore e non per ultimo pioniere della street photography. La sua carriera parte da New York dove la sua capacità di dare dignità e bellezza alle immagini più pittoresche, goliardiche e multiculturali degli angoli meno celebri della città non fu inizialmente apprezzata. Senza perdersi d’animo Klein continuò a fotografare nelle strade, tra le persone finché il suo gusto non fu notato da “Vogue”. La sua spontaneità, il suo occhio per il caos divennero strumenti della moda che affiancò alla sua amata fotografia di strada. Passò spesso in Italia, tra le altre mete, dove scatto alcune delle sue fotografie più famose.

Libri di fotografia consigliati

Come ha fatto Henry – Cartier Bresson a diventare forse il più importante fotografo di sempre? Questo libro ripercorre i passi della vita dell’artista e mostra le sue fotografie più belle.

Uno dei miei libri preferiti in assoluto “Genesi” raccoglie molti degli scatti più potenti e selvaggi del grande Salgado; un vero e proprio viaggio attraverso i 5 continenti.

Un’opera che raccoglie gli scatti dei fotografi sopraccitati assieme a molti altri grandi maestri attraverso la fotografia di guerra, arte, la moda, il ritratto, il nudo e tanto altro ancora.


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