Le 10 fotografie che hanno cambiato la storia dei diritti umani
Prima dell'avvento della televisione, la fotografia era l'unico mezzo di comunicazione capace di raccontare la drammaticita' degli eventi con la forza delle immagini. Il '900 e' stato un secolo pieno di guerre, ma anche un secolo di conquiste sociali che hanno progressivamente migliorato la vita delle persone in molte aree del mondo. Spesso, a portare sotto i riflettori le condizioni disumane in cui versavano interi popoli o determinate categorie di persone, e' stata proprio una fotografia.
Ecco una lista delle fotografie che hanno cambiato la storia dei diritti umani.
Jeff Widener: Tank Man, Piazza Tienanmen, Pechino, 1989
Un uomo si mette in mezzo alla strada e da solo blocca l'avanzata dei carri armati cinesi mandati dal governo a reprimere la rivolta che stava nascendo in Cina nel 1989. L' immagine entra nella storia come simbolo della sproporzione delle forze fra chi combatte per la propria liberta' e le forze repressive dei regimi di tutto il mondo. Un moderno "Davide contro Golia", ma senza la retorica mitologica: la busta della spesa in mano del manifestante testimonia che il coraggio risiede nelle persone normali, non negli eroi. L'uomo nella foto non e' mai stato identificato.
Dorothea Lange : Migrant Mother, California, 1936
Questa fotografia e' stata scattata da Dorothea Lange nel 1936, nel pieno della Grande Depressione americana. La donna viveva in un accampamento di raccoglitori di verdure e lottava tutti i giorni per riuscire a dare da mangiare ai prorpri figli. Lo sguardo determinato e dignitoso di questa donna e' diventato un simbolo della lotta per la sopravvivenza affrontata dalla gente comune durante la Grande Depressione. Questo scatto segna la nascita della fotografia sociale.
Jhon Dominis. Podio dei 200 mt, Olimpiadi di Citta' del Messico, 1968
Tommie Smith e Jhon Carlos sul podio della finale dei 200 mt piani decidono di portare alla ribalta mondiale la battaglia per i diritti umani degli afroamericani. Capo chino e pugno alzato contro le violenze e i soprusi subiti dai neri negli Stati Uniti, nello stesso anno in cui fu ucciso anche Martin Luther King. Anche la storia di Peter Norman, l'uomo bianco nella foto, e' una storia di impegno e sacrifico per i diritti umani. Chiese ai due atleti neri di potersi appuntare al petto anche lui lo stemma dei diritti umani, e fui lui che gli consiglio' di indossare dei guanti neri. Nonostante fosse il detentore del record australiano sui 200 mt, fu escluso da qualsiasi competizione internazionale dalla sua federazione.
Marc Riboud, Manifestazione contro la guerra del Vitenam, Usa, 1967
"Mettete dei fiori nei vostri cannoni" e' stato lo slogan di un'intera generazione di pacifisti, reso famoso in Italia da una canzone dei Giganti. Questa foto, scattata dal grande fotografo francese Marc Riboud, racchiude in uno scatto l'essenza delle idee che alla fine degli anni '60 imperversavano fra i giovani europei ed americani. Il contrasto fra le baionette spianate dei militari ed il fiore tenuto in mano dalla giovane e' una sintesi del pacifismno e del movimento hippy.
Elliot Erwitt, North Carolina, USA, 1956
Elliot Erwitt, grande fotografo dell'Agenzia Magnum, immortala in questo scatto la segregazione razziale in vigente nel sud degli Sati Uniti. Uno scatto che non ha bisogno di molti commenti.
Kevin Carter: Bambina affamata e avvoltoio, Sudan, 1994
Questa foto e' probabilemte una delle piu' drammatiche mai realizzate. Una bambina agonizzante al suolo, evidentemente denutrita, seguita a breve distanza da un avvoltoio, che sembra prevederne la tragica fine . Questa foto fece il giro del mondo, testimoniando il dramma della fame nei paese africani. Kevin Carter, fotografo sudafricano autore dello scatto, vinse il Pulitzer per questa fotografia. Non ha mai poturo ritirare il premio perche' mori' suicida sconvoloto dalle atrocita' che aveva documentato.
Malcolm Browne, Monaco buddista si da fuoco, Saigon, Vietnam, 1963
Il monaco buddista ThÃch Quang si da fuoco ad un incrocio di Saigon ( l'attuale Ho Chi Minh City ) per protestare contro politiche adottate nei confotni dei monaci da parte del governo SudVietnamita. Il fotografo e giornalista Malcolm Browne vinse il pulitzer per questo scatto. Jhon Fitzgerald kennedy dichiaro' " che nessuna fotorafia aveva mai suscitato cosi' tanta commozione nel mondo.
Jesse Owens , Olimpiadi di Berlino, 1936
Anno 1936, a Berlino si svolgono le Olimpiadi. E' l'apice della propaganda nazista, Hitler vuole mostrare al mondo l'efficienza della macchina organizzativa tedesca e sopratutto la superiorita' della razza ariana. Ma c'e' un problema: il protagonista delle Olimpiadi e' Jesse Owens, un afroamericano veloce come il vento, che vince 4 medaglie d'oro proprio sotto gli occhi del Fuhrer. Nello scatto qua sopra, Jesse Owens e' sul gradino piu' alto del podio del salto in lungo. Piu' in basso, l'altleta tedesco Luz Long, sfodera il saluto nazista.
Un uomo si rifiuta di salutare Hitler, Amburgo, 1936
Questa fotografia e' un inno alla disobbedienza civile, al rifiuto di uniformarsi alla follia di massa. Fu scattata in occasione del varo di una nave nel porto di Amburgo. L'uomo cerchiato e' August Landmesser, un operaio del cantiere navale che aveva sposato da un anno una donna ebrea, Irma Eckler. L'entrata in vigore delle leggi razziali impedi' la registrazione del matrimonio ed August venne espulso dal partito nazista. Nel 1938 fu arrestato con la moglie nel 1938 per aver «disonorato la razza». Condannati entrambi ai lavori forzati, lui venne liberato nel 1941 e poi, nonostante i suoi precedenti, inviato al fronte; lei morì prigioniera nel 1942. Le figlie vennero inviate in un orfanotrofio e successivamente affidate a dei parenti.
Peter Leibing, Disertore della Germania dell'Est salta il confine, Berlino, 1961
Questa foto e' un simbolo della guerra fredda. Il diciannovenne Hans Conrad Schumann, soldato della DDR, salta il filo spinato che all'epoca sostituiva il muro di Berlino ancora in costruzione.